estratto della mostra di Barbara Bartoli, AUROVILLE-Tamil Nadu India, novembre 2000; la mostra si articola su 25 tavole 70x100 e copia di questa è stata portata e donata dall’autrice ad Auroville nel dicembre 2000; tutte le fonti sono riportate sugli elaborati della mostra

pannello 2
 

ndr I testi sono una libera traduzione dell’autrice elaborata dal documento descritto nella nota specifica, quindi da:


3 AUROVILLE UNIVERSAL TOWNSHIP INTEGRATED MASTER PLAN-phase 1, Land Use Coordination Auroville, Auroville (INDIA), December 1999, pag. 8

4 cfr. scheda anagrafica di seguito riportata

5 AUROVILLE UNIVERSAL TOWNSHIP INTEGRATED MASTER PLAN-phase 1, Land Use Coordination Auroville, Auroville (INDIA), December 1999, pag. 2

6 cfr. scheda anagrafica di seguito riportata

7 ashram: comunità spirituale (a volte inteso anche come luogo di ritiro)

8 AUROVILLE, AV Publication Group, Auroville Press, Auroville (INDIA), 1999, pag. 5

9 i testi sacri hindu: una raccolta di inni composti in sanscrito preclassico, durante il secondo millennio a.C..Si dividono in quattro libri: Rig-Veda, Yajur-Veda, Sama-Veda e Atharva-Veda.

10 antichi testi che fanno parte dei Veda (sebbene siano posteriori): si occupano di argomenti di molto peso, quali la natura dell’universo e l’anima

11 cfr. descrizione di seguito riportata

12 AUROVILLE, Auroville Press, AV Publication Group, Auroville (INDIA), 1999, page 4

13 in origine il termine indicava il saggio a cui erano stati rivelati gli inni dei Veda; attualmente viene usato con il significato di poeta, filosofo e saggio

14 THE AUROVILLE ADVENTURE – a selection of articles from AUROVILLE TODAY, AUROVILLE TODAY, Pondicherry (INDIA), 1998, pag. 40

15 AUROVILLE UNIVERSAL TOWNSHIP INTEGRATED MASTER PLAN-phase 1, Land Use Coordination Auroville, Auroville (INDIA), December 1999, pag. 3

16 AUROVILLE UNIVERSAL TOWNSHIP INTEGRATED MASTER PLAN-phase 1, Land Use Coordination Auroville, Auroville (INDIA), December 1999, pag. 8

17 AUROVILLE UNIVERSAL TOWNSHIP INTEGRATED MASTER PLAN-phase 1, Land Use Coordination Auroville, Auroville (INDIA), December 1999, pag. 8

18 AUROVILLE, AV Publication Group, Auroville Press, Auroville (INDIA), 1999, pag. 1

19 AUROVILLE, AV Publication Group, Auroville Press, Auroville (INDIA), 1999, pag. 2

 

copertina della 4a fioritura di www.universalmenteweb.net

Per comprendere il senso profondo di questa incredibile avventura urbanistica occorre come sempre partire dalle implicazioni etico-culturali complesse ma insieme convergenti in una scintilla che apparentemente all’improvviso accende il senso degli eventi precedenti, raccordandoli verso un obiettivo: e questa scintilla fu nell’agosto del 1954 un sogno di Mirra Alfassa4 che così lei stessa raccontò: Deve esserci da qualche parte sulla terra un luogo che nessuna nazione possa rivendicare come suo, un luogo in cui tutti gli esseri viventi di buona volontà che abbiano una sincera aspirazione possano vivere in libertà come cittadini del mondo ed obbedire ad una sola autorità, quella della verità suprema: un luogo di pace, concordia ed armonia, in cui tutti gli istinti bellicosi dell’uomo possano essere esclusivamente finalizzati alla sconfitta delle cause della propria sofferenza e miseria, tese al superamento delle sue debolezze ed ignoranza, per trionfare sopra qualunque limitazione ed incapacità; un luogo in cui i bisogni dello spirito e le attese per il domani possano avere la precedenza sul soddisfacimento di desideri e passioni, la ricerca del piacere e della gioia puramente materiale. In questo luogo i bambini sarebbero in grado di crescere e evolvere nel modo più completo, senza perdere il contatto con la loro anima; l’istruzione sarebbe impartita non per superare esami od ottenere certificazioni e carriere, ma per arricchire le facoltà innate e portarne avanti delle altre. In questo luogo i titoli e le cariche sarebbero sostituite dalle corrispondenti opportunità di rendersi utili e di coordinare; ci si occuperebbe delle esigenze materiali di ciascuno in modo imparziale e la superiorità intellettuale, morale e spirituale verrebbe ad essere espressa nella organizzazione generale, non da un incremento dei piaceri e dei poteri di vita, ma dall’aumento delle mansioni e delle responsabilità. La bellezza in tutte le sue forme artistiche, pittura, scultura, musica, letteratura, sarebbe accessibile a tutti in modo imparziale; la facoltà di partecipare alla gioia che essa porta in sé sarebbe limitata esclusivamente dalle capacità di ciascuno e non certo dalla rispettiva posizione sociale od economica. Perché in questo luogo ideale il denaro non potrebbe più a lungo essere il signore sovrano; l’individuo che vale avrebbe una importanza di gran lunga maggiore rispetto alla ricchezza materiale ed allo stato sociale. In quel luogo il lavoro non sarebbe un modo per guadagnarsi i propri mezzi di sostentamento ma una via per esprimere se stessi e per sviluppare le proprie capacità e possibilità mentre si è di supporto alla comunità intesa come un tutt’uno, che da parte sua provvederebbe alla sussistenza ed alla sfera di azione di ciascun individuo. In breve, si tratterebbe di un luogo in cui le relazioni umane che normalmente sono esclusivamente basate sulla competizione ed il conflitto, sarebbero sostituite da rapporti di emulazione nell’agire bene, di collaborazione e di reale fratellanza5.

Ma chi era Mirra Alfassa, e come era arrivata a Pondicherry (l’antica colonia francese fondata agli inizi del XVIII secolo a ridosso del mare e da ormai cinquant’anni indipendente) che dista 10 chilometri da Auroville?

Mirra Alfassa nacque il 21 febbraio del 1878 a Parigi. All’età di 5 anni ebbe la prima esperienza spirituale ma fu solo alcuni anni più tardi, dopo avere incontrato Max Theon – persona dal carattere enigmatico che possedeva straordinari poteri – che ricevette una qualche spiegazione di queste esperienze interiori. Il 14 marzo 1914 Mirra andò a Pondicherry ed incontrò per la prima volta Sri Aurobindo. Il momento in cui vidi Sri Aurobindo – lei disse – seppi che si trattava di colui che era venuto per compiere il lavoro sulla terra e che era con lui che io avrei lavorato. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale le impose di ritornare in Francia, ma lei ritornò a Pondicherry nell’aprile del 1920 e non ne sarebbe più ripartita. Nei successivi trent’anni Mirra – chiamata da Sri Aurobindo la Madre (Mére) quale riconoscimento della sua identità spirituale suprema – fu la collaboratrice spirituale di Sri Aurobindo6. Quando Sri Aurobindo si ritirò nella sua stanza nel 1926, lasciò a Mére la responsabilità di organizzare e supportare l’ashram7 che spontaneamente si era formato intorno a loro. Quando Sri Aurobindo lasciò il suo corpo nel 1950, Mére continuò il suo lavoro, dedicando se stessa al tentativo di rendere il suo corpo e le cellule dello stesso ricettive nei confronti della forza supermentale. La storia di questa esplorazione nella coscienza delle cellule, che continuò dopo il suo trapasso nel 1973, è riportata in un documento unico, costituito dai 13 volumi dell’Agenda di Mére8.

Quanto invece attiene alla figura di Sri Aurobindo, ormai nota anche in occidente, è così sintetizzabile: nacque il 15 agosto del 1872 a Calcutta. All’età di sette anni fu mandato per gli studi in Inghilterra e successivamente frequentò l’Università di Cambridge. Quando, all’età di vent’anni, ritornò in india, non conosceva di fatto nulla della cultura del suo Paese né tanto meno dei suoi modi di esprimersi. Immediatamente si immerse in uno studio della cultura dei Veda9, del sanscrito e del bengali, e cominciò ad interessarsi di politica, aspirando alla liberazione dell’India dagli Inglesi. Nel 1908 venne arrestato con l’accusa di sedizione. In prigione passò il suo tempo leggendo il Bhagavad Gita e le Upanishad10 immergendosi in intense meditazioni. Dal giorno in cui venne rilasciato, il suo stile di vita risultò radicalmente modificato. In un primo tempo si era occupato di yoga per acquisire la forza spirituale e l’energia necessaria al suo lavoro politico, ma da quel momento comprese che il suo lavoro andava oltre la liberazione dell’India: si trattava di un vastità mondiale cui rapportarsi e riguardava l’intero futuro dell’umanità. Nel 1910 Sri Aurobindo arrivò a Pondicherry. Ritiratosi dalla politica attiva, iniziò ad esplorare ilsentiero di un nuovo yoga – quello che lui stesso definì yoga integrale11 – che combinava l’essenza dei tradizionali yoga indiani, nel contempo trascendendo dagli stessi. Dal 1914 al 1921 pubblicò mensilmente, utilizzando la lingua inglese,The Arya, la sua più grande opera fra tutte. Nel 1926 si ritirò nella sua stanza per dedicarsi alla discesa di una coscienza più alta – che lui chiamò la coscienza supermentale – nel suo corpo e nell’atmosfera terrena come presupposto per il successivo avanzamento nell’evoluzione dell’umanità. Nel 1950 lasciò il suo corpo12.

Per quanto attiene allo yoga integrale, quello che Sri Aurobindo scoprì (“scoperta” naturalmente è un termine relativo: Sri Aurobindo stesso dichiara che gli antichi Rishi13 ne conoscevano il significato) era un livello oltre l’ultramentale, che chiamava il Supermentale. Non si tratta, come il termine suggerisce, di un altro aspetto della mente, ma di qualcosa di natura interamente diversa. Si intende un principio di operante volontà e conoscenza che è superiore alla mente, una Coscienza di Verità che è allo stesso tempo un potere di diretta e interiore azione. Poiché il suo sapere è sempre autentico, così anche la sua volontà è sempre esatta scrisse Sri Aurobindo. Il Supermentale è l’elemento critico che rende lo yoga di Sri Aurobindo e di Mére uno yoga di trasformazione, piuttosto che, esattamente come nel tradizionale campo dello yoga, uno yoga di realizzazione o di liberazione dalla vita. Con il termine trasformazione, Sri Aurobindo intende un fare scendere la Coscienza Divina statica e dinamica in tutte le parti (dell’essere vivente) e l’intera sostituzione della presente coscienza sulla scorta di quella. Soltanto il Supermentale può discendere, creare una nuova Coscienza di Verità e divinizzare la Vita. Questa coscienza Supermentale non è semplicemente “lassù” separata dalla vita. Essa è pure avviluppata, nascosta nelle profondità della vita stessa. Così, come Sri Aurobindo pose in rilievo, l’evoluzione è una manifestazione progressiva di quello che è in sé. Di conseguenza, il “movimento” che descrive lo yoga integrale è doppio: uno “ascendente” verso il livello supermentale, e uno “discendente” di quella forza dentro tutti i livelli e tutti gli aspetti dell’essere vivente, attraverso un processo di sottomissione e di autoricerca. Il fine è la divinizzazione della vita, una trasformazione della mente-vita-corpo anche qui sulla Terra, all’interno di una nuova manifestazione della vera consapevolezza dello spirito. Il risultato di questa trasformazione sarebbe niente meno che una nuova specie, del tutto differente dalla attuale compagine umana. Ma questa trasformazione può considerarsi completa quando la vita fisica stessa sia stata trasformata dalla forza supermentale. Comunque, la trasformazione fisica, il riplasmarsi del corpo in un veicolo adatto per la coscienza trasformata, è il più grande cambiamento di tutti, perché il corpo è “impastato”  con le abitudini e le paure di milioni di anni. Questo codice deve essere rotto e ricomposto, anche al livello delle cellule, con la forza supermentale, la sola forza capace di trasformare l’”incoscienza” fisica, senza perdere la sua pienezza di potere di azione. Questo fu il lavoro che impegnò Sri Aurobindo e Mére in così tanti anni, scoprendo un percorso attraverso un territorio non segnato su alcuna carta, cosicché altri lo potessero seguire. E quale sarebbe il risultato della trasformazione di una massa critica di umanità? Sri Aurobindo la definiva coma una società “gnostica”, una società spiritualizzata che “vivrebbe come il suo spirito individuale, non nell’ego, ma nello spirito, non come un ego collettivo ma come un’anima collettiva”. Mére voleva che Auroville fosse non soltanto une sperimento verso il raggiungimento dell’unità umana, ma anche la “culla” di questa nuova specie, di questa nuova vita, di questa nuova società. “Ci è stato dato un corpo non per rifiutarlo ma per trasformarlo in qualcosa di meglio. E questo è esattamente uno dei traguardi di Auroville. Il corpo umano è in grado di manifestare un essere vivente superiore all’uomo14.

Così Mére definì questa nuova città: Auroville vuole essere una città universale, nella quale uomini e donne di tutti i Paesi possano vivere in pace ed in una progressiva armonia, indipendente dalle singole religioni, al di sopra delle varie idee politiche e di tutte le nazionalità. L’obiettivo di Auroville è la realizzazione dell’Unità Umana15.

Quanto invece alle regole che avrebbero coordinato la fisionomia sociale di Auroville, le stesse vennero sintetizzate nella cosiddetta Carta di Auroville, composta di soli 4 punti:


CARTA DI AUROVILLE 16


Auroville non appartiene ad alcuno in particolare.

Auroville appartiene all’umanità come insieme.

Ma per vivere ad Auroville si deve essere un volenteroso servitore della Coscienza Divina.


Auroville sarà il luogo di una interminabile istruzione, di costante evoluzione ed una giovinezza che non invecchia mai.


Auroville vuole essere il ponte fra il passato ed il futuro. Traendo profitto da tutte le scoperte provenienti dall’esterno e dall’interno, Auroville arditamente procederà verso future realizzazioni.


Auroville sarà un luogo di ricerche materiali e spirituali per una personificazione vivente di un’unità umana effettiva.


Così si svolse la cerimonia di inaugurazione di Auroville, il 28 febbraio 1968: mentre la Carta di Auroville veniva tradotta in tutte le principali lingue del mondo, giovani rappresentanti di 124 nazioni e 23 Stati Indiani posero una manciata di terra in un’urna a forma di loto, al centro di Auroville, simboleggiando in questo modo la creazione di una città dedicata alla pace, all’accordo internazionale e all’unità umana. Mére lesse questo messaggio che venne radiodiffuso direttamente da Auroville a tutte le stazioni radio dell’India: Grazie da Auroville a tutti gli uomini di buona volontà. Sono invitati ad Auroville tutti coloro che sono assetati di progresso ed aspirano ad una vita più alta e più vera17.

Ma come raggiungere l’unità umana? Tale ideale di unità umana appare, per certi aspetti, più vicino ad una concreta realizzazione oggi, piuttosto che mai prima d’ora. Anche se la globalizzazione ed i progressi tecnologici nei rapporti appaiono essere gli elementi che disegnano il mondo come un tutt’uno, ci sono per contro i pericoli di un appiattimento culturale che sta aumentando, dello sviluppo di un colonialismo economico, e dell’erosione dell’integrità delle culture e delle nazioni. Unità umana implica diversi significati per persone diverse. Ma una vera unità umana è qualcosa di molto più profondo di una connessione commerciale o culturale. D’altra parte non può essere né imposta né creata artificialmente: deve fiorire spontaneamente. Ma come? Sri Aurobindo pose in evidenza il fatto che la sola strada che possiamo percorrere verso l’unità è di comprendere che c’è un’anima nascosta, una Realtà divina nella quale siamo tutti immersi. Solamente quando trarremo vita dal nostro essere essenziale, che è identico a questa Realtà, e non dal nostro ego, potrà essere possibile una reale unità. Sri Aurobindo chiamò questo cambiamento radicale il prossimo passo verso l’evoluzione dell’umanità. Poiché nel tempo che verrà questa Anima segreta diverrà il centro di ogni esistenza attraverso la necessità di una nuova coscienza. Questa nuova coscienza, che è già attiva, alla fine risulterà nella integrale trasformazione dell’umanità e della vita sulla terra18.

Afferrare qualcosa dello spirito di Auroville non è semplice, in quanto tale città aspira ad essere qualcosa che non è mai finora esistito. I suoi ideali includono i sogni più alti e vasti di tutte le genti. Quindi occorre che noi guardiamo dentro noi stessi per vedere se siamo desiderosi di procedere all’interno di questo nuovo mondo che si prepara a nascere. Nel 1968 Mére creò Auroville affinché fosse un laboratorio per la concretizzazione di questa nuova coscienza, e fosse un luogo in cui persone di diverse nazionalità, di etnie, religioni e background culturali diverse potessero vivere e lavorare insieme in uno spirito di mutuo rispetto e collaborazione. Questo è il vero fine di Auroville – un luogo per la realizzazione di una comprensione internazionale, di pace e di unità umana nella diversità, basato su una ricerca interiore e la trasformazione della coscienza. Le molte diverse attività in cui questa comunità si impegna sono, innanzi tutto, le opportunità per concretizzare questa scoperta interiore ed i veicoli per la sua espressione. Auroville non è un club esclusivo. Dà il benvenuto a persone di buona volontà provenienti da tutte le nazioni, culture e background. Dà il benvenuto a persone che non conoscono le risposte, che non sanno come raggiungere gli alti ideali posti dinanzi a loro, ma che hanno voglia di provare, di esplorare, di lavorarci sopra essi stessi e trovare la strada. Persone determinate a riuscire, per se stessi e per l’umanità. Persone che desiderano lasciarsi dietro tutte le idee preconcette ed intraprendere un’avventura sconosciuta. Non interamente sconosciuta, però, perché Sri Aurobindo e Mére hanno mostrato la strada.

Ubicato in posizione adiacente al Matrimandir ed all’imponente albero centrale di banjian, l’anfiteatro di Auroville è nel cuore della città di Auroville ed ha come punto focale un’urna rivestita in marmo contenente le singole manciate di terra deposte dai giovani rappresentanti di 124 nazioni e di 23 stati indiani durante la cerimonia di inaugurazione di Auroville alla quale presero parte nel 1968. Oggi l’anfiteatro è utilizzato quale luogo per incendiare, appena prima dell’alba, la grande catasta di legna predisposta a ridosso dell’urna ed ospitare così il silenzioso raccoglimento che unisce in questo luogo gli Aurovilliani, e gli amici di Auroville, nelle seguenti ricorrenze: il primo giorno dell’anno, il giorno del compleanno di Auroville (28 febbraio) ed il giorno del compleanno di Sri Aurobindo (15 agosto). Contiene inoltre la centrale di controllo ed i macchinari attinenti agli impianti elettrici, ai dispositivi per l’aria condizionata ed ai sistemi di comunicazione realizzati nel Matrimandir19.

1 testi dalla mostra di Barbara Bartoli, IL SOGNO: la città mondiale Auroville-Tamil Nadu-INDIA, 25 tavole 70x100, inaugurazione italiana a cura dell’autrice: Università degli Studi-Facoltà di Ingegneria, 8 maggio 2000, Bologna e 25 novembre 2000, Ravenna; inaugurazione indiana a cura dell’autrice: NEW DELHI (India)-India Habitat Centre, 15-21 gennaio 2001; AUROVILLE (India)-Pitanga, 4-31 marzo 2001; inaugurazione americana a cura dell’autrice: Cincinnati (USA), 6-9 settembre 2001; la mostra è stata donata dall’autrice alla città di Auroville (4 marzo 2001) per la diffusione e la conoscenza nel mondo dell’incredibile patrimonio di questa città ideale realizzata con i criteri della sostenibilità)

2 scansione del disegno pubblicato su AUROVILLE TODAY, April 2000, no. 134, printed at All India Press, Pondicherry, and published at Surrender, Auroville (INDIA), page 3 (“Auroville is growing…”)


3 estratto da Barbara Bartoli La casa passiva: standard energetici per un abitare ecologico Edizioni Sistemi Editoriali Se, Napoli, marzo 2010, volume pagine 538, nello specifico 5.4 green town: il progetto di Mattamondo e la fondazione di Auroville in Indiaestratto da Barbara Bartoli La casa passiva: standard energetici per un abitare ecologico Edizioni Sistemi Editoriali Se, Napoli, marzo 2010, volume pagine 538, nello specifico 5.4 green town: il progetto di Mattamondo e la fondazione di Auroville in India

COPYRIGHT by barbara bartoli

PROGETTAZIONE 2 marzo 2013

AGGIORNAMENTO 2 del 28 marzo 2013

(foto e testi protetti da copyright, elaborazioni di Barbara Bartoli, marzo 2013)

ideazione, elaborazione e montaggio donato da CRIARER® per UNIVERSALMENTEweb® 

il simbolo della città mondiale di Auroville2

CLICCANDO IL SOGNO QUI SOPRA TORNI ALLA MOSTRA